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Visualizzazione dei post da dicembre, 2013

Charles Chaplin

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Ho tenuto qualcuno tra le mie braccia per proteggerlo; mi sono fatto amici per l’eternità. Ho riso quando non era necessario Ho amato e sono stata riamato, ma sono stato anche respinto…. Sono stato amato e non ho saputo ricambiare. Ho gridato e saltato per tante gioie tante Ho vissuto d’amore e fatto promesse di eternità, ma mi sono bruciato il cuore tante volte! Ho pianto ascoltando la musica o guardando le foto Ho telefonato solo per ascoltare una voce Io sono di nuovo innamorato di un sorriso Ho di nuovo creduto di morire di nostalgia e… ho avuto paura di perdere qualcuno molto speciale [ che ho finito per perdere ]…ma sono sopravvissuto! E vivo ancora ! E la vita, non mi stanca … E anche tu non dovrai stancartene. Vivi!!

La Fontana dei Libri, Roma 1927

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Nel rione romano di Sant'Eustachio, lungo alla via degli Staderari (l'antica strada che deve il suo nome alla presenza dei fabbricanti della Stadera, la bilancia che funziona secondo il principio delle leve) è posizionata, dal 1927, la Fontana dei Libri. L'opera, realizzata durante l'attuazione del piano di ristrutturazione urbana varato dal Comune di Roma in adesione all'invito del Governo fascista, è situata all'interno di una nicchia marmorea che forma un arco a tutto sesto. Al centro della fontana c'è la testa di cervo simbolo del rione Sant'Eustachio, ed ai lati due mensole che sorreggono dei libri antichi (due per lato) come omaggio alla vicina sede universitaria de La Sapienza. L'acqua fuoriesce dall'alto da due figure che fungono da segnalibro e dal basso da due cannelle, poste subito sotto i due grandi tomi inferiori. Fu utilizzato il marmo romano per antonomasia, cioè il travertino, ed il progetto fu dell'architetto Pietro Lo

Friedrich Nietzsche - Considerazioni inattuali..

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Osserva il gregge che pascola davanti a te: non sa che cosa sia ieri, che cosa sia oggi: salta intorno, mangia, digerisce, salta di nuovo. È così dal mattino alla sera e giorno dopo giorno, legato brevemente con il suo piacere ed il suo dispiacere, attaccato cioè al piolo dell’attimo e perciò né triste né annoiato… L’uomo chiese una volta all’animale: “Perché mi guardi soltanto senza parlarmi della felicità?” L’animale voleva rispondere e dice: “Ciò avviene perché dimentico subito quello che volevo dire” – ma dimenticò subito anche questa risposta e tacque: così l’uomo se ne meravigliò. Ma egli si meravigliò anche di se stesso, di non poter imparare a dimenticare e di essere sempre accanto al passato: per quanto lontano egli vada e per quanto velocemente, la catena lo accompagna. È un prodigio: l’attimo, in un lampo è presente, in un lampo è passato, prima un niente, dopo un niente, ma tuttavia torna come fantasma e turba la pace di un istante successivo. Continuamente si sta