E poi ci domandiamo: Come mai i figli non ci ascoltano più?

Ogni giorno sentiamo al telegiornale che la madre ha venduto anche la propria casa per pagare le cure mediche del figlio, che una coppia ha adottato un bimbo del terzo mondo, seguiamo i film che ci raccontano la storia della mamma di un figlio diventato criminale, eppure lei non cessa di amarlo, vediamo anche le pubblicità che ci fanno ricordare che la mamma è sempre la mamma...
Ed è più che naturale, la mamma rimane sempre la mamma, lei che ci cura quando siamo malati, lei che ci prepara il piatto preferito, che ci accudisce con tanta devozione, lei che ci prepara alla vita, che ci fa diventare buoni, lei che cerca di trasmetterci la propria dolcezza, la tenerezza, l'amore per il prossimo...
Sonno infinite le cose che impariamo dalla mamma, che è sempre lei, unica al modo.
Ma !
Ce anche l'altra faccia della nostra realtà, quella che compra l'affetto con i soldi, quella realtà dolorosa, dove la propria mamma corrompe il figlio con dei regali per metterlo contro il padre, ormai allontanato dalla famiglia. E' un po' la storia che senti ogni giorno dietro le porte delle aule nei tribunali, dove l'egoismo dei genitori ferisce il cuore fragile del proprio figlio...
E poi ci domandiamo: "Come mai i figli non ci ascoltano più?"... Ci dimentichiamo che il rispetto dei figli è una conquista, non un diritto... I sbagli dei nostri figli, prima, li dobbiamo cercare in noi stessi, nei valori che siamo riusciti a trasmetterli, capire fin a che punto gli abbiamo fatti soffrire con il nostro egoismo... E qui il ruolo della mamma è fondamentale.

Alexandre Cabanel | French Academic Painter 1823-1889

- Il 12 giugno al Tribunale di Bari...
Per caso mi trovai davanti un caso di separazione.
Uno dei figli stava vicino alla madre e l'altro vicino al padre.
Un paesaggio molto triste, dove l'odio e la voglia di vendetta della donna vinceva la sofferenza, il dolore e la voglia di due fratelli di crescere insieme...
Si sentivano fino al corridoio i litigi dei genitori e degli avvocati, i quali, non guardavano in faccia nessuno, solo il giudice che doveva scegliere la propria simpatia per una delle parti...
Ho visto genitori, i quali neanche un attimo si sono voltati, per vedere la tristezza nel viso dei due fratelli, trovati in due campi opposti, battaglieri...
Mi è rimasto impressa la loro espressione sofferente, il loro orgoglio ferito, separati dal vivo uno dal altro, mancati di un fratello che dovrebbe essere il miglior amico, colui che ci impara che cos'è il vero affetto, colui che ci fa sentire protetti dalla cattiveria degli sconosciuti...
Ritornando alla realtà di quel aula, ho visto l'uomo, era il padre, abbattuto, imbarazzato, che pregava la donna di dare a tutti e due i figli lo stesso affetto, la stessa attenzione... L'uomo, il padre, era pronto a perdere tutto, anche il minore che aveva in carico, per ridarlo al affetto della madre...
Ed alla fine... ho visto la donna, era la madre, con il volto di ghiaccio, dove vinceva solo l'aggressività verso l'ex marito, una donna, madre (?!) che neanche si girava a notare la tristezza stampata nel viso del figlio 17enne, rifiutato dalla propria madre... 
Quella donna non era più una madre...
                      © 2004, Rivista Puglia Positiva, Zana Bihiku


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